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Nota Stampa -16.08.2011

Soppressione Provincia della Spezia. Fiasella: "Con un decreto si abolisce un livello istituzionale previsto dalla Costituzione."

«Nella grande confusione causata dalla scellerata decisione del Governo di abolire le Province al di sotto dei 300.000 abitanti con un Decreto Legge che trancia di netto un livello istituzionale definito dall'art 114 della Costituzione, mi preme porre l'attenzione su alcune questioni centrali.
Nel caso particolare della Liguria sottolineo che il Presidente della Provincia di Genova Alessandro Repetto ha recentemente dichiarato che entro la fine dell'anno sarà avviata la procedura per l'istituzione dell'area metropolitana, entità amministrativa definita dalla Costituzione italiana. Una città metropolitana comprende una grande città e i comuni che ad essa sono strettamente legati per questioni economiche, sociali e di servizio, nonché culturali e territoriali. Una volta riconosciuta l'area metropolitana e definite le sue competenze, la legge stessa impone il riordino amministrativo dei livelli istituzionali. Solo a quel punto dunque si avranno gli elementi necessari ed una visione più organica per ragionare su quali siano le Province da accorpare.

In generale all'interno del dibattito sull'abolizione delle Province non si deve comunque dimenticare che questi Enti governano l'area vasta e che dunque non si può certo pensare che alcuni servizi extracomunali siano gestiti dalla Regione, che verrebbe sovraccaricata di ulteriori deleghe, ne dai singoli Comuni che certo non hanno una visione extra territoriale. Prima di affrontare in maniera frettolosa la questione della soppressione delle Province, che considero assolutamente lecita, propongo allora di avviare un percorso sperimentale per la realizzazione di consorzi o aggregazioni di comuni che insieme possano sostituirsi al cosiddetto "secondo" livello istituzionale. Le Province, al di la delle preziose funzioni che svolgono, sono presidi territoriali il cui valore deve necessariamente essere tutelato, semmai sostituito ma non certo eliminato.

Esiste poi una questione di metodo relativa al fatto che in molte realtà italiane non tutte le Province vanno al voto contemporaneamente. Nella mia regione ad esempio La Spezia e Genova andranno al voto nel 2012 mentre Imperia ha votato nel 2010 e Savona nel 2009. Come si pensa di poter procedere all'accorpamento di ben 3 Province (Imperia, Savona e La Spezia sono tutte nella lista delle Province da abolire) i cui mandati politici scadono in tempi diversi?

Ho più volte ribadito quanto poco incida sulla spesa pubblica il costo "politico" delle Province (l'1,5 % della spesa pubblica, di cui la parte politica costa a sua volta l'1%) . Se di costi vogliamo parlare pongo allora una questione pratica. Perché non si può pensare ad accorpare le elezioni in un unica tornata ottenendo un risparmio notevole in termini di costi? Perché non si può pensare ad uniformare le tornate elettorali come accadeva prima degli anni 90, quando ogni cinque anni si votava per Regione, Provincia e Comuni?

La riforma del secondo livello istituzionale, definito dalla nostra Costituzione, non può essere eliminato in fretta e furia con un decreto legge elaborato con la logica dell'emergenza. Ci sono altre strade perseguibili, altri sprechi da tagliare. Le istituzioni sono una cosa seria, rappresentano la nostra storia democratica e costituzionale. Per questo motivo una riforma che le riguardi deve essere il frutto di un percorso concertato, condiviso e fondato su dati certi, non su manovre dal sapore populistico.»

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