«Un incontro straordinario, fra due mondi: quello dei nostri pescatori, e quello dei montanari del Piemonte. E' stato così tantissimi anni fa, quando gli acciugai iniziarono a portare l'acciuga sotto sale nelle valli piemontesi. E sarà così, ancora una volta, mercoledì sera: un abbraccio che è musica, è colore, è cultura autentica». Mercoledì, alle 21.15, alla Serra di Lerici, si terrà lo spettacolo "Il salto dell'acciuga". La serata fa parte del cartellone estivo della Provincia della Spezia: e Luigi Camilli, avvocato ed attore, è il protagonista, accanto a due valenti musicisti come Egildo Simeone e Livio Bernardini. Si tratta di un reading concerto liberamente tratto dall'omonimo libro dello scrittore piemontese Nico Orengo (mancato un anno fa a 65 anni). E' il racconto dell'epopea degli acciugai della val Maira, un po' pirati e un po' montanari, che calavano nella Riviera ligure per comprare le acciughe sotto sale, e poi risalivano i monti e le vendevano nelle cascine delle Langhe. I protagonisti sono tutti artisti spezzini: Camilli è il narratore, Simeone la chitarra, le percussioni, il canto, e Bernardini: fisarmonica, voce. «Proporremo letture tratte da Eugenio Montale, Paolo Bertolani, Eugenio Giovando, Cesare Pavese - anticipa Camilli - le musiche sono di Fabrizio de Andrè». E' un recital molto coinvolgente, grazie al grande affiatamento dei tre interpreti: voci, canti e musiche si fondono in modo mirabile, avvincendo il pubblico. E' una colonna sonora che richiama alla storia della nostra terra, raccontata attraverso i suoni, i rumori, le voci di paese. La formula, sottolinea l'attore Luigi Camilli, è quanto di più semplice si possa immaginare: voci e canti popolari. La bravura, però, c'è: ed è notevole. Tanto che questo format è stato proposto in tante città italiane, ed ha esportato una storia ligure, che sconfina in Piemonte, e racconta vicende vissute. «Ecco un ottimo esempio di come la cultura vera, quella che fa crescere la qualità di un territorio, possa nascere dall'impegno e dalla capacità di chi rilegge il territorio»: parola dell'assessore provinciale alla cultura, Paola Sisti. Orengo, nel libro che ha ispirato lo spettacolo, traccia un percorso, una via "immaginaria" del passaggio che nel tempo e nello spazio ha portato questo pesce, semplice e modesto, a varcare confini e montagne, per diventare piatto fondamentale nella cucina di lontane località montane. L'acciuga si è trasformata addirittura nell'elemento principale di un piatto tipico della cucina piemontese, la bagna caoda, che attraverso gli acciugai ha risalito le valli. Orengo aveva una sua ipotesi: i primi acciugai sarebbero stati addirittura i pirati Saraceni, stanchi di vivere da predoni. Lo spettacolo riparte da qui. Appassiona, seguendo una traccia antica e avventurosa: quella del commercio del sale e delle acciughe, mescolando due mondi apparentemente distanti, come quello del contadino e quello del pescatore. E in collaborazione con il Comune di Lerici, questa serata evoca immagini semplici ma forti: il carretto, le acciughe, il sale. La vita che scorreva lenta.