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COMUNICATO STAMPA - 11/06/2010

Manovra finanziaria del Governo

Assessore Colombo: "Manovra iniqua: la Provincia della Spezia in ginocchio, costretta a tagliare servizi essenziali.
Le Province più ricche non parteciperanno al sostegno della manovra."
 
Le recenti misure urgenti adottate dal Governo per stabilizzare le condizioni finanziarie ed economiche del nostro Paese stanno devastando le finanze dei Comuni e delle Province fino a  minarne la loro sopravvivenza, è da questa considerazione fondamentale che parte la protesta dei Sindaci del nostro territorio alla quale si aggiunge l'Amministrazione Provinciale attraverso le considerazioni dell'Assessore alle Politiche di Bilancio Federico Colombo:
"I maggiori contributi 15 Miliardi di euro richiesti agli enti regionali e locali per il risanamento dei conti pubblici per il  prossimo biennio che per effetto di una norma ballerina, art. 14 commi 1 e 2 del decreto legge parrebbero raddoppiarsi in quanto oltre a inasprire gli obbiettivi del Patto di Stabilità produrrebbero una corrispondente riduzione dei trasferimenti statali determinando notevoli squilibri finanziari a tutto vantaggio dei territori e delle Province più ricche.
La Provincia della Spezia nell'elaborazione predisposta dagli uffici finanziari dell'Ente, stabilmente in contatto con l'Unione delle Province Italiane, subirebbe un taglio ai trasferimenti erariali pari al 40% nel 2011 e pari al 68% nel 2012. L'attuale contributo statale sulla compartecipazione all'IRPEF di € 5.745.609,89 verrebbe tagliato di ben 2.329.844,8 euro nel 2011 e subirebbe un ulteriore drastico taglio pari ad € 3.882.883,1 nel 2012.
La complessiva riduzione di circa 4 milioni graverebbe in particolare sulla gestione dei servizi fondamentali , trasporto pubblico, manutenzione ordinaria strade, manutenzione e sicurezza degli edifici scolastici, difesa del suolo e produrrebbe  inoltre una considerevole contrazione della spesa del welfare in particolare  per le attività a sostegno del lavoro ed alla formazione professionale.
La riduzione dei trasferimenti che viene effettuata esclusivamente con il criterio proporzionale, senza tener conto delle condizioni economiche dei territori, non viene per altro a colpire 21 province tra queste Milano, Torino, Bergamo, Firenze, Lucca, e gran parte delle Province del TriVeneto, cioè i territori economicamente più ricchi che così con questo perverso sistema non sono chiamati a sostenere alcun onere per la stabilizzazione della finanza nazionale.
Si tratta di una scelta devastante che non si pone assolutamente il problema di verificare la sostenibilità della manovra rispetto alle singole situazioni degli enti colpiti. Si taglia dove c'è da tagliare: gli enti che sono ritenuti virtuosi non per le migliori politiche di bilancio, ne perché hanno rispettato i precedenti obbiettivi del patto, ma solo per loro propria genesi (maggiore popolazione, presenza di imprese manifatturiere, maggior livello reddituale dei cittadini residenti, ecc.) restano di fatto favoriti dalla manovra finanziaria, mentre gli enti con territori e situazioni socio economiche di maggiore criticità vengono ulteriormente mortificati. E' chiaro a tutti che questo è il peggior modo di avviare il principi del federalismo. Infatti la norma prevede che per Province e Comuni, a  differenza delle Regioni, i tagli resteranno operanti anche in sede di attuazione del rinnovo delle autonomie locali. E' inoltre chiaro che in presenza dei tagli così consistenti sulle entrate destinate al funzionamento è del tutto inconsistente affrontare per gli Enti Locali il problema degli investimenti per ridare fiato all'economia locale, poiché i maggiori impegni dovranno essere fatti per concentrare tutte le risorse sulla quadratura dei bilanci. Anche in questo caso si conferma per tanto che la manovra è distribuita in modo iniquo, grava tutta su una parte: quella più debole e non fa nulla a sostegno della ripresa economica. Per favorire una ripresa di qualità il Governo non dovrebbe usare lo slogan che non si mettono le mani nelle tasche degli italiani. Ci sono tasche e tasche. Per chi ha esportato illegalmente capitali all'estero si è provveduto con lo scudo fiscale a fare regalie di decine di miliardi di euro a chi di certo non ne aveva bisogno. Oggi, in una situazione nuova e difficile dovrebbe essere richiesto un contributo a questi signori, come viene chiesto ad altri di andare in pensione più tardi o di non avere il dovuto rinnovo dei propri contratti di lavoro."

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