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Il progetto di recupero della trota autoctona

 

Il progetto provinciale per il recupero della trota locale può essere sintetizzato nelle seguenti parti fondamentali:

  1. produzione materiale autoctono
  2. organizzazione acque e regolamentazione della pesca
  3. tutela e controllo patrimonio genetico
  4. gestione materiale autoctono

Alcune considerazioni sul ripristino del nostro ceppo autoctono di trote. Perchè, dove e cosa.

Perché

Ripristinare la trota fario nelle nostre acque non è un atto emotivo ma l'espressione di una presa di coscienza su un tema ambientale. La consapevolezza che la trota autoctona è un patrimonio genetico adattato alle nostre acque da millenni di selezione. La consapevolezza che il patrimonio maggiore della natura è la sua biodiversità. La consapevolezza che la "banalizzazione" di un ambiente è segno della sua fine.

Dove

Sicuramente nelle acque che la nostra "carta ittica" indica come acque a Salmonidi. In seguito, con minuziose raccolte di dati, sarà possibile ridefinire esattamente le altre aree di diffusione della nostra trota.

Cosa

I più recenti studi sulle popolazioni di salmonidi in Italia (Forneris, Gandolfi, Zerunian), possono essere così sintetizzati:
Capostipite di dette trote è la "Salmo Trutta", superspecie polimorfa e politipica, capace cioè di esprimere differenti forme nei diversi ambienti. Da questa trota hanno avuto origine alcune sottospecie stanziali e migratrici per i fiumi che sfociano nell'Atlantico, ed alcune sottospecie stanziali per i fiumi che sfociano nel Mediterraneo. Per quanto riguarda la penisola italiana, l'attuale tassonomia prevede tre semispecie:
Salmo trutta trutta (corso montano alpino e appennino settentrionale)
Salmo trutta marmoratus (corso di pianura padano, lato sinistro)
Salmo trutta macrostigma (appennino centro settentrionale e isole)

 
Foto di un tratto del fiume Vara in Comune di Sesta Godano
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