Viviamo oggi in un tempo di crisi, per cui esiste una grande pressione e tensione sugli Amministratori pubblici da parte della società perché siano assunte decisioni responsabili in tempi certi e celeri, per arrivare a colmare il ritardo cronico che spesso contraddistingue le pubbliche amministrazioni quando si tratta di porre in essere dei progetti.
Nel caso di interventi significativi per quantità, come quello del progetto Botta di Sarzana, spesso i Comitati tendono a vedere le opportunità di qualcuno senza considerare che i cantieri che vengono aperti e le strutture che vengono realizzate sono motori importanti per l'economia locale.
Queste premesse di carattere economico e sociale non devono comunque trascurare, specialmente in caso di progetti complessi, un confronto serrato delle varie posizioni, come normalmente avviene in democrazia. Il dibattito serve non ad ognuno ad urlare le proprie ragioni ma a confrontarle con quelle degli altri: in questo caso ritengo sia positivo aver creato un dibattito di qualità. Dentro i termini della conoscenza e dell'ascolto degli altri mi sono iscritto su Facebook al gruppo del Comitato Sarzana, che Botta! unicamente per poter conoscere il contenuto della discussione in corso, riconoscendo le potenzialità positive di questo Social Network per il confronto delle idee e lo sviluppo di dibattiti.
Sarzana è una città importante e sensibile alla sua storia e al suo passato, quindi si interroga su come una trasformazione può influenzare il suo aspetto. L'Amministrazione comunale di Sarzana ha chiesto, per il progetto, il contributo culturale di uno dei maggiori architetti europei contemporanei, Mario Botta. Riconosco lo spirito e l'onestà intellettuale del Sindaco Massimo Caleo nell'effettuare e portare avanti il progetto Botta nell'esclusivo interesse della sua città. Comprendo anche il dispiacere che può provare nel riscontrare quanto il progetto incontri ostacoli e sollevi la contrarietà di una parte della cittadinanza sarzanese.
Come Presidente dell'Amministrazione provinciale ho assoluto rispetto delle scelte effettuate e assunte democraticamente - e conformemente con gli strumenti urbanistici vigenti - dall'Amministrazione comunale di Sarzana. La Provincia con i propri uffici tecnici, unitamente alla Regione Liguria, ha condiviso con il Comune il corretto percorso procedurale per l'attuazione del progetto.
Se devo esprimere una considerazione come privato cittadino, dico che la discussione sembra sia incentrata sul confronto fra la torre Botta e l'altezza degli altri significativi edifici del centro storico di Sarzana. Il tema vero e l'ambizione del progettista e del Comune, però, non sono quelli di rapportare fra loro questi elementi, ma di riqualificare una periferia urbana degradata, caratterizzata da un'edilizia caotica. Il progetto si pone questo obiettivo senza intaccare il centro storico, cuore della città, al quale anzi si potrà accedere attraversando un'area riqualificata. Il progetto non va confrontato con la pieve di Sant'Andrea o con la cattedrale di Santa Maria - quanti grattacieli del centro di Bologna sono ben più alti di San Petronio o della torre degli Asinelli? - ma con l'edilizia fatiscente preesistente a questo progetto e presente oggi in quell'area. L'intervento previsto in via Muccini non intacca quindi la qualità urbana e la dimensione di città murata 'ideale' cinquecentesca di Sarzana, che è caratterizzata dal rapporto di scala fra le persone e gli edifici che ne fanno fronte.