In questi giorni la Provincia è stata nuovamente chiamata in causa davanti al TAR Liguria da parte di alcuni dipendenti a tempo determinato già inclusi nel processo di stabilizzazione dell'Ente.
Ricorso che vede come controparte altri dipendenti, già via via stabilizzati all'interno dell'Ente nel 2007 e nel 2008.
In ogni sede di giudizio l'Amministrazione ha esposto la linea direttrice, politica, che ha ispirato i propri comportamenti negli ultimi due anni, e cioè da quando la legge finanziaria per il 2007 ha previsto delle norme a favore dei precari.
Questa posizione, confortata da una serie di prese di posizione unanimi del Consiglio, è quella, chiara e netta, della progressiva stabilizzazione di tutti i precari. Non ci sono privilegiati e discriminati, ci sono tempi e modalità diverse da caso a caso, anche perché le norme di legge e le interpretazioni ministeriali si sono modificate rendendo il lavoro della Provincia certamente non agevole.
E' paradossale che un'Amministrazione, che ha già stabilizzato già quarantacinque precari, e che sta procedendo, in un faticoso rispetto di norme spesso ondivaghe, alla stabilizzazione di tutti, debba essere messa sul banco degli imputati proprio da coloro che hanno beneficiato o che beneficeranno dei provvedimenti di stabilizzazione.
Davanti al Giudice del Lavoro la Provincia ha ribadito il proprio impegno all'assunzione di tutti, avendo come unico limite la norma che riserva almeno il 50% degli accessi per i concorsi. Contro questo limite del 50% l'Ente provinciale, unica amministrazione in Italia, ha presentato ricorso al TAR Lazio. Se in sede giurisdizionale verrà rimosso questo limite si potrà procedere in modo più spedito. In ogni caso stiamo procedendo, sulla base delle norme vigenti, e continueremo a procedere, con pazienza e costanza, a realizzare il processo di stabilizzazione per tutti.
L'ultimo ricorso si configura come un atto molto grave perché mette i dipendenti uno contro l'altro.
E' un atto grave ed un atto inutile. Se il TAR accogliesse la sospensiva i ricorrenti non avrebbero alcun beneficio, mentre circa cinquanta persone già assunte perderebbero il proprio posto di lavoro. E' inaccettabile. Non è scagliandosi contro i colleghi che i precari potranno risolvere il proprio problema, avvelenando il clima all'interno della Provincia.
Di fronte a questa deriva del tutti contro tutti la Provincia sente il dovere di richiamare tutti i dipendenti a comportamenti corretti e sereni, avendo cura di difendere i propri diritti personali entro il limite di interessi collettivi, meritevoli di migliore tutela.